Sogno di un pomeriggio di mezza estate

gennaio 2008

 

 

Anch'io ho un'amaca. E' molto bella; la tengo nello scaffale più alto dell'armadio, dove Veronica non ci arriva.

Oggi l'ho stesa nella loggia, ho scelto due dei numerosi ganci in modo da avere davanti il mare.

A sinistra, la piazza con la chiesa e la scuola. A destra, un tavolino con un buon libro e il caffè di Veronica, il migliore del mondo.

Il pomeriggio pigro si allunga con le ombre sul selciato.

All'orizzonte, sopra il mare turchese, nuvole bianche fanno la siesta.

Nella piazza solo un cane che va per i fatti suoi e due ragazzini. Camminano chiaccherando; uno sui dieci anni, l'altro di qualche anno più piccolo, forse due fratelli.

Il più grande raccoglie da terra un foglio di carta. Si siede sul marciapiede che costeggia la scuola e prende a piegarlo ripetutamente: un aeroplanino.

Qualche lancio di prova e i relativi aggiustamenti dell'aerodinamica. Perfetto.

Anche il più piccolo si cimenta. Non male, ma è evidente che non ha le stesse ore di volo dell'altro. Riprendono la strada, ma il più piccolo si avvicina di più al fratello e gli bisbiglia qualcosa.

Il più grande assume un'espressione maliziosa; è chiaro che stanno complottando una birbonata. Entrambi guardano in su, verso una finestra della scuola. E' aperta, c'è lezione.

Ancora un'occhiata complice e poi il lancio. Il velivolo s'infila dritto nella finestra cabrando nella penombra dell'interno.

Poi via di corsa, sparendo alla mia vista, su per la salita dietro la chiesa. Il momento più bello delle monellerie è quando si scappa.

Già sto allungando una mano verso il mio libro quando una torma di ragazzini esce correndo dalla scuola, raggiunge il luogo del misfatto, vede i due fuggitivi ormai troppo lontani e allora decide di bersagliarli a sassate.

I due ricambiano; vedo alcuni sassi arrivare con precisa gittata, altri invece rotolano soltanto ai piedi del gruppo. Intuisco che sono quelli del più piccolo che promette buone doti di fromboliere ma ancora non è preparato per il confronto a distanza.

La sassaiola dura un paio di minuti poi i due terroristi si dileguano nelle viuzze del paese alto.

I vendicatori tornano sui loro passi non senza volgersi ripetutamente lanciando occhiate minacciose.

La battaglia è terminata, torna la calma. La piazza è deserta, neanche un cane di passaggio.

Resto a guardare questa immobilità che sembra poter durare un tempo infinito oppure all'improvviso essere drammaticamente interrotta come poco fa…

 

…il silenzio è ingannato dai piccoli rumori della natura, dal brusìo di attività lontane e improvvisamente da una specie di "rattle" insistente che diventa sempre più forte fino a diventare percepibile la sua origine: al di là della balaustrata.

L'elicottero, nero e minaccioso si leva all'improvviso oltre il parapetto…un missile passa sopra l'amaca e si perde dietro le mie spalle, un altro centra in pieno il vaso del rosmarino in una nuvola di fuoco…

 

…l'aliseo sta spingendo lentamente una nuvola dalla forma di tartaruga su verso l'equatore.

Ho chiuso gli occhi e mi sono rannicchiato dentro l'amaca abbandonandomi nel sogno di questo pomeriggio tropicale.

Nell'aria assopita il sussurro lontano del mare, il fruscìo delle palme stuzzicate dalla brezza e un vago inesplicabile odore di rosmarino bruciato…