Ci siamo presi paura

settembre 2007

 

 

 

Il papà di Veronica ha avuto un ictus. Adesso sta bene ma c'è stata un po' di bagarre.

 

Aveva dei malesseri, giramenti di testa, senso di intontimento e stavo organizzando di fargli fare un quadro clinico. Qua, per la qualità del servizio, il costo dei farmaci e per la mentalità, andare dal medico è l'ultima risorsa.

 

Spesso la gente si cura con sistemi che mettono insieme tradizione, superstizione e sentito dire. I farmaci, avuti magari a casaccio in cambio di un voto alle elezioni, vengono passati da una casa all'altra senza attenzione a dosi, controindicazioni e date di scadenza. Dal medico ci si va solo quando lasciacorrere, rimedi improvvisati e pratiche scaramantiche non hanno dato effetto e i sintomi spesso sono ormai disperanti.

 

Avevamo accertato che aveva la pressione a volte fino a 220 e preso l'appuntamento per alcuni esami.

 

Una mattina ci ha telefonato la mamma di Veronica: lui stava male, non si reggeva in piedi, aveva un braccio morto, la bocca tutta storta e non riusciva a parlare.

 

L'ambulanza di proprietà del consigliere comunale, che la usa come promozione elettorale, da mesi non ha più un autista.

 

Io ero inchiodato a letto da un colpo della strega preso proprio quella mattina spostando un mobile.

 

Hanno chiamato un taxi e lo hanno portato all'ospedale a Canguaretama.

 

Qui un sedicente medico gli ha dato una pastiglia per la pressione e lo ha rimandato a casa.

 

Quando l'abbiamo saputo, io ho cominciato a dare fuori da matto, visto il suo stato, era il caso che lo tenessero qualche tempo in osservazione.

 

Veronica mi diceva che, se i medici avevano deciso così, non c'era molto da fare. In contesti socio-culturali come questo, l'arroganza di chi detiene un qualche potere, non solo nella sanità, trova campo libero di fronte all'abitudine alla soggezione e alla rassegnazione della maggior parte delle persone.

 

Due ore dopo ha perso i sensi.

 

Veronica allora l'ha caricato in macchina, con dei soldi da rifilare al poliziotto nel caso, non infrequente, di un controllo della patente lungo la strada (lei aspetta da un mese e mezzo di dare l'esame di guida ma loro continuano a rimandare) e la determinazione a fare un casino se lui non avesse ricevuto le cure necessarie. Non ce n'è stato bisogno, il medico di prima era smontato; l'hanno ricoverato e curato per una settimana, adesso è fuori con una serie di prescrizioni farmacologiche e alimentari.

 

Gli ho costruito un attrezzino per esercitare l'uso della mano che ancora non muove bene. Lui ha un carattere sempre allegro e questo dovrebbe aiutare.

 

Anche il mio colpo della strega, dopo una settimana andando in giro per casa appoggiato a un lungo bastone che sembravo Mosè, è passato con l'aiuto di qualche farmaco portato dall'Italia e le coccole di Veronica.