Burocrazia e armadi

giugno 2007 

 

Il vero nome è Repubblica Federale del Brasile. Sono 27 stati ciascuno con una capitale e un governatore.

Tra uno stato e l'altro c'è anche una piccola dogana, un posto di controllo daziale. Altri sono distribuiti all'interno del territorio lungo le statali.

Ne sa qualcosa l'autista che ha trasportato la mia roba arrivata dall'Italia. Dopo tre controlli in cascata (il controllo del controllo del controllo) per uscire dal porto, ne ha subiti altri cinque lungo i 450 km per arrivare a Barra.

Qui la burocrazia è ossessiva, cercano, con controlli ridondanti, di evitare gli errori umani, le negligenze, la corruzione. Ma il risultato è un percorso di guerra.

Quando finalmente, dopo mesi di pratiche, mi hanno messo sul passaporto il Visto Permanente, mi sembrava di essere arrivato in cima al Monte Bianco.

Invece ero solo alla base del Golgota.

Il visto, entro tempi brevi, deve essere registrato alla Polizia Federale, qui ti prendono le impronte digitali quattro volte, ti fanno produrre altre carte e fare versamenti multipli. Alla fine ti mettono un'ulteriore vidimazione sul passaporto e ti danno una striscietta di carta assorbente, alta quattro centimetri e lunga venti, con la fotografia e i dati personali.

Questa è la carta di identità provvisoria. La definitiva verrà emessa non prima di 12 - 14 mesi.

La striscietta va portata sempre nel passaporto. Vietato plasticarla, guai a perderla.

Un giorno vado per cambiare l'indirizzo della nostra impresa, la ormai famosa quanto in letargo Tamarindo Bar e Restaurante Ltda. Porto copia di tutto ciò che è richiesto, tra cui la copia di tutte le pagine del passaporto autenticata dall'ufficio notarile.

Sorpresa: manca un certificato della Polizia che dichiara che gli additivi presenti sul passaporto (visto permanente,  relativa registrazione e carta di identità provvisoria) sono stati emessi.

E' come se il poliziotto che sta esaminando la vostra patente vi chiedesse un certificato che conferma che siete in possesso della stessa. Ho avuto una crisi depressiva.

 

A proposito pare che in Brasile il consumo pro-capite di antidepressivi (lo dice la televisione) sia il più alto del mondo.

Se questi qui, con questo sole, questo mare, questa natura, questa musica, queste donne e questa voglia di fare baldoria sono depressi, cosa dovrebbero fare i belgi?

 

La mia roba è stata scaricata direttamente nella nuova casa. Qui vicino al mare è molto bello ma c'è una salsedine tremenda che distrugge tutto. Anche la macchina sta mostrando nella parte sottostante segni incredibili di corrosione.

Andiamo a stare in una casa in centro, vicino alla chiesa.

Il posto non è così tranquillo come quello di prima, c'è movimento di gente, ragazzini che fanno casino sul sagrato e il coro.

Il coro della chiesa: voci, chitarra, bonghi, tamburelli a sonagli, impianto di amplificazione. Fanno esercizio tutto il sabato e la domenica.

La sezione ritmica è passabile ma il canto è straziante, sembra una corale di sordi. Fanno brani relativamente semplici ma ognuno ulula per conto proprio e, a porte e finestre spalancate, ci danno dentro con il volume.

Tra voi, a cui scrivo, c'è un valente direttore di un coro. Mi immagino che se fosse qui strapperebbe la cavezza a uno dei tanti asini che ciondolano per la strada e, entrato in chiesa, li scaccerebbe tutti a cavezzate come Gesù con i venditori nel tempio.

 

Adesso siamo presi a sistemare tutto nella nuova casa. Innanzitutto a montare gli armadi.

Sono quattro, tutti uguali. Sudore e sangue.

Dopo aver montato e smontato il primo quattro volte, uno pensa adesso non ho più possibilità di errore. Invece sembra che le possibilità di sbagliare non finiscano mai. Se perseverare nell'errore è diabolico, qui siamo al punto di dover chiamare l'esorcista...

 

...mi immagino un prete, negro, altissimo, con la tonaca bianca che, agitando l'avvitatore, grida: "Esci da questo armadio, te lo ordino!!!"

E un demonio, biondo cenere, con le corna da vikingo, smontabili, guizza fuori, soffiando e scoppiettando e va a rifugiarsi nel cartone dell'IKEA...

 

...pensando a questo, mi sono distratto e ho montato le cerniere al contrario.

Dietro, Veronica ripete per un'ennesima volta:

"Hai visto? Te l'avevo detto..."

Forse occorre un qualche controllo ridondante. E magari un antidepressivo.